Immagine: Francesco Gonin (1808-1889), ritratto di fra Cristoforo, illustrazione tratta da “I promessi sposi”.
Fonte: sanfrancescopatronoditalia.it
Volto francescano del capolavoro letterario
150 anni, cifra importante. “150 anni”, e nel pronunciare tali cifre risuona la matematica dei numeri in maniera più armonica, più dolce. Sono 150 anni dalla morte di Alessandro Manzoni, poeta e scrittore celebrato in questi giorni in tutta Italia. Se pensiamo a questo cognome così altisonante la mente viaggia subito a “I promessi sposi”, immancabile testo di scuola su cui ogni studente si è confrontato: temi, schemi di capitoli, riassunti e interrogazioni. E’ ampio il ventaglio di ricordi. Manzoni e il famoso componimento poetico dedicato all’imperatore Napoleone, “Il cinque maggio”, con quell’incipit così forte e deciso: “Ei fu. Siccome immobile,/ dato il mortal sospiro”; e poi segue con musicalità di versi con “stette la spoglia immemore/ orba di tanto spiro”. “I Promessi sposi”, libro-cult di generazioni di studenti.