Il capitolo secondo, composto di 19 articoli, è quello che traccia le linee fondamentali della vita del francescano secolare.
1) L’articolo 4 del capitolo secondo della Regola dell’Ordine Francescano Secolare comincia con queste parole: «La Regola e la vita dei francescani secolari è questa: osservare il Vangelo di nostro Signore Gesù Cristo secondo l’esempio di san Francesco d’Assisi, il quale del Cristo fece l’ispiratore e il centro della sua vita con Dio e con gli uomini».
- a) Si parla di «regola e vita». Non sono due cose distinte, non c’è contrapposizione tra regola e vita, così come non c’è – non ci dev’essere – distinzione o contrapposizione tra Parola di Dio e vita, al punto che la vera e piena manifestazione della Parola di Dio è la vita stessa di Gesù Cristo.
Per «regola», quindi, non si deve intendere un insieme di norme, ma quella parola che indirizza, orienta, regola la vita.
Ora, la parola che deve indirizzare, orientare, regolare la vita dei francescani secolari, vale a dire la regola di vita del francescano secolare, è questa: «osservare il Vangelo di nostro Signore Gesù Cristo secondo l’esempio di san Francesco d’Assisi».
- b) Si parla di «osservare il Vangelo di nostro Signore Gesù Cristo». Con queste parole iniziano anche le Regole del Primo Ordine e del Secondo Ordine. Questo indica che san Francesco ha inteso dare a tutta la sua famiglia la stessa regola di vita che è stata data a lui per primo. Nel Testamento scrive infatti: «Lo stesso Altissimo mi rivelò che dovessi vivere secondo la forma del Santo Vangelo» (Test 17; Tre Comp 29).
Che significa «osservare il Vangelo di nostro Signore Gesù Cristo»?
Partiamo dal significato del verbo «osservare». Il significato corrente di «osservare» è “seguire ciò che una legge, una disposizione, una norma prescrive; obbedire, adempiere, rispettare, non trasgredire e simili”: osservare le prescrizioni del medico; osservare le norme della circolazione stradale; osservare la parola data, gli impegni, le obbligazioni assunte, ecc.
Ora, il significato originario di «osservare» non è questo. Il verbo «osservare» deriva dal latino ob-servare, composto dalla preposizione ob, che indica “moto verso”, e da servare, che significa “serbare, conservare, custodire”.
E qual è il significato delle parole «il Vangelo di nostro Signore Gesù Cristo»? Va notato che Gesù non ha scritto nessun Vangelo. In che senso, allora, si può parlare del «Vangelo di nostro Signore Gesù Cristo»? In che senso questo Vangelo è di Gesù Cristo, appartiene a Gesù Cristo? Il Vangelo «di nostro Gesù Cristo», di cui san Francesco parla nella Regola, non è un libro leggere o da studiare, ma sono le parole e le opere di Gesù, o meglio è la persona stessa di Gesù, che ci parla con le sue parole e con il suo esempio, e ci invita a seguirlo in tutto (cf. Polliani, p. 2; Olgiati, p. 115).
Perciò «osservare il Vangelo di nostro Signore Gesù Cristo» non vuol dire obbedire a delle regole, ma:
– accogliere nella mente e nel cuore una Persona,
– custodire e interiorizzare le sue parole,
– seguire quale discepolo una Persona – Gesù Cristo – che accolgo come «mio Signore» (espressione cara a Francesco), in modo da formare un tutt’uno con lui, come Gesù stesso ha detto: «Chi ascolta la mia Parola e la mette in pratica, è per me fratello, sorella e madre» (cf. Lc 12,50; Mt 8,21).
In breve, «osservare il Vangelo di nostro Signore Gesù Cristo» vuol dire fare del Cristo «l’ispiratore e il centro» della nostra «vita con Dio e con gli uomini» (Regola OFS, art. 4).
- c) Ora, questo è il modo in cui san Francesco si è posto di fronte al Vangelo e lo ha osservato. Perciò l’art. 4 dice che la regola di vita del francescano secolare è: «osservare il Vangelo di nostro Signore Gesù Cristo secondo l’esempio di san Francesco d’Assisi, il quale del Cristo fece l’ispiratore e il centro della sua vita con Dio e con gli uomini».
2) Nel periodo che segue viene spiegata la ragione di questo modo di «osservare il Vangelo di nostro Signore Gesù Cristo»: la ragione è che si crede che Gesù Cristo è «dono dell’amore del Padre», «via a lui», «verità nella quale lo Spirito Santo ci introduce», «vita che egli è venuto a dare in sovrabbondanza» (cf. Gv 3,16; 10,10; 14,6).
3) Perciò – dice la Regola OFS nell’ultimo periodo dell’art. 4 – «I francescani secolari si impegnino […] ad una assidua lettura del Vangelo, passando dal Vangelo alla vita e dalla vita al Vangelo».[1]
Riassumendo: per osservare «la Regola e la vita dei francescani secolari», cioè per «osservare il Vangelo di nostro Signore Gesù Cristo sull’esempio di san Francesco d’Assisi», è indispensabile «passare dal Vangelo alla vita e dalla vita al Vangelo», e per far ciò occorre leggere e meditare assiduamente/continuamente il Vangelo, ruminarlo, consultarlo continuamente, farne centro di riflessione e discussione, e nello stesso tempo impegnarsi ad attuarlo fedelmente nella vita, a metterlo in pratica, sempre ricordando però che «senza di me non potete far nulla» (Gv 15,5).
A questo punto fermiamoci un po’ a fare una verifica personale del nostro modo di «osservare il Vangelo di nostro Signore Gesù Cristo» e di leggere il Vangelo. Possiamo dire che Gesù è «l’ispiratore e il centro» della nostra «vita con Dio e con gli uomini», come lo è stato per Francesco d’Assisi? Quante volte, leggendo il Vangelo, leggiamo insegnamenti, esortazioni, fatti che consigliano comportamenti particolari di vita e restiamo fermi nelle nostre posizioni; non passiamo dal Vangelo alla vita, né, viceversa, dalle situazioni della vita al Vangelo, per cercare in esso la soluzione o il conforto o l’indicazione esatta.
«Quando il Signore mandò in dono a Francesco l’amico Bernardo da Quintavalle, che, pur essendo ricco, era disposto a seguirlo, egli non esitò a chiedere la volontà del Signore attraverso il Vangelo, e Gesù dal Vangelo, aperto da essi per tre volte, fece capire ciò che voleva: “Va’, vendi quello che hai, dallo ai poveri, poi vieni e seguimi”. Dalla vita al Vangelo, dal Vangelo alla vita: è questa la norma fondamentale anche per i francescani secolari» (Vicidomini, p. 32).
«Non dovrebbe passare giorno senza che il francescano legga un pensiero del Vangelo. Può essere anche lo stesso per diversi giorni, ma ci si accorgerà che ogni giorno è diverso e dice una cosa “nuova”. Il Vangelo dovrebbe formare oggetto di riflessione comunitaria nella Fraternità, in tutte le riunioni. Si può partire da una frase, una parola, per applicarla ad un fatto concreto, ad un’attività che si viene svolgendo; all’inverso, si può guardare un fatto, un avvenimento (uno sciopero, una mostra, un incidente, una elezione) e cercarne la spiegazione alla luce del Vangelo» (Frezza, p. 48).
A laude di Cristo. Amen.
L’assistente, p. Franco Valente