Immagine: Assunzione di Maria, Guido Reni, olio su tela 238×150 cm, Chiesa di Santa Maria Assunta, Castelfranco Emilia
Apocalisse 11,19a; 12,1-6a.10ab (Una donna vestita di sole, con la luna sotto i suoi piedi)
Dal Salmo 44/45 (Risplende la regina, Signore, alla tua destra)
Prima Corinzi 15,20-27a (Cristo risorto è la primizia; poi, alla sua venuta, quelli che sono di Cristo)
Vangelo secondo Luca 1,39-56 (Grandi cose ha fatto per me l’Onnipotente: ha innalzato gli umili)
Forse ogni anno ci sorprende la prima lettura della festa dell’Assunta, quella visione grandiosa di san Giovanni, che è un susseguirsi incalzante di immagini forti, impressionanti, che sembrano scene di un film di fantascienza.
Due immagini soprattutto colpiscono. Quella «donna vestita di sole, con la luna sotto i suoi piedi e, sul suo capo, una corona di dodici stelle» (Ap 12,1). E quella dell’«enorme drago rosso, con sette teste e dieci corna» (Ap 12,3). E poi c’è la vicenda, altamente drammatica: la donna sta per dare alla luce un bambino, e il dragone è lì per divorarlo.
Cerchiamo di farci aiutare a capire. Il 15 agosto 2007 papa Benedetto XVI celebrò la Messa dell’Assunta nella chiesa parrocchiale di Castel Gandolfo, e come tema dell’omelia scelse il brano dell’Apocalisse. Facciamoci aiutare da lui, il Papa teologo, a capire.
Anzitutto Benedetto XVI ha proposto una chiave di lettura di questo brano biblico. Ha detto: «Nella sua grande opera “La Città di Dio”, sant’Agostino dice che tutta la storia umana, la storia del mondo, è una lotta tra due amori: l’amore di Dio fino alla perdita di se stesso, fino al dono di sé, e l’amore di sé [cioè l’egoismo] fino al disprezzo di Dio e all’odio degli altri».
Benedetto ha così proseguito: «Questa interpretazione della storia come lotta tra due amori, tra l’amore e l’egoismo, appare anche nella lettura tratta dall’Apocalisse, che abbiamo sentito ora. Qui, questi due amori appaiono in due grandi figure. Innanzitutto c’è il dragone rosso fortissimo, con una manifestazione impressionante ed inquietante del potere senza grazia, senza amore, dell’egoismo assoluto, del terrore, della violenza».
E noi ci domandiamo: chi sarà mai questo enorme drago rosso?
Ce lo spiega Benedetto: «Nel momento in cui san Giovanni scrisse l’Apocalisse, per lui questo dragone era realizzato nel potere degli imperatori romani anticristiani, da Nerone fino a Domiziano. Questo potere appariva illimitato; il potere militare, politico, propagandistico dell’impero romano era tale che davanti ad esso la fede, la Chiesa appariva come una donna inerme, senza possibilità di sopravvivere, tanto meno di vincere. E tuttavia sappiamo che alla fine ha vinto la donna inerme, ha vinto non l’egoismo, non l’odio, ma l’amore di Dio, e l’impero romano si è aperto alla fede cristiana».
Benedetto aggiunge che questo enorme drago rosso rappresenta, simboleggia, «indica non soltanto il potere anticristiano dei persecutori della Chiesa di quel tempo, ma le dittature materialistiche anticristiane di tutti i periodi». E facendo riferimento ai tempi più vicini a noi, Benedetto dice: «Vediamo di nuovo realizzato questo potere, questa forza del dragone rosso, nelle grandi dittature del secolo scorso: la dittatura del nazismo e la dittatura di Stalin avevano tutto il potere, penetravano ogni angolo. Appariva impossibile che la fede potesse sopravvivere davanti a questo dragone così forte, che voleva divorare il Dio fattosi bambino e la donna, la Chiesa. Ma in realtà, anche in questo caso, alla fine, l’amore fu più forte dell’odio».
E oggi? «Anche oggi», ha aggiunto papa Benedetto, «esiste il dragone in modi nuovi, diversi. Esiste nella forma delle ideologie materialiste, che ci dicono: è assurdo pensare a Dio; è assurdo osservare i comandamenti di Dio; è cosa di un tempo passato. Vale soltanto vivere la vita per sé… Vale solo il consumo, l’egoismo, il divertimento. Questa è la vita. Così dobbiamo vivere». In sostanza: «Di nuovo sembra assurdo, impossibile opporsi a questa mentalità dominante, con tutta la sua forza mediatica, propagandistica. Sembra impossibile oggi pensare ancora a un Dio che ha creato l’uomo e che si è fatto bambino e che sarebbe il vero dominatore del mondo».
E papa Benedetto conclude: «Anche adesso questo dragone appare invincibile, ma anche adesso resta vero che Dio è più forte del dragone, e che vince l’amore, non l’egoismo».
Poi Benedetto ha spiegato «l’altra immagine: la donna vestita di sole con la luna sotto i suoi piedi, circondata da dodici stelle». Un’immagine che racchiude più significati. «Un primo significato», dice Benedetto, «è senza dubbio che la donna vestita di sole è la Madonna, Maria. Vestita di sole, cioè di Dio. Maria vive in Dio, totalmente, circondata e penetrata dalla luce di Dio. Circondata dalle dodici stelle, cioè dalle dodici tribù d’Israele, da tutto il Popolo di Dio… E ha ai piedi la luna, immagine della morte e della mortalità. Maria ha lasciato dietro di sé la morte; è totalmente vestita di vita, è assunta con corpo e anima nella gloria di Dio». «E così», aggiunge Benedetto, «Maria, posta nella gloria, avendo superato la morte, ci dice: “Coraggio, alla fine vince l’amore!”».
«Questo», prosegue papa Benedetto, «è il primo significato della donna che Maria è arrivata ad essere. La “donna vestita di sole” è il grande segno della vittoria dell’amore, della vittoria del bene, della vittoria di Dio».
Infine, papa Benedetto indica un secondo significato dell’immagine della donna: «Questa donna che soffre, che deve fuggire, che partorisce con un grido di dolore, è anche la Chiesa, la Chiesa pellegrina di tutti i tempi. In tutte le generazioni essa deve partorire di nuovo Cristo, portarlo al mondo con grande dolore… In tutti i tempi perseguitata, vive quasi nel deserto, perseguitata dal dragone. Ma in tutti i tempi la Chiesa, il Popolo di Dio, vive anche della luce di Dio e viene nutrito – come dice il Vangelo – di Dio, nutrito in se stesso col pane della Santa Eucaristia. E così in tutti i tempi, in tutte le diverse situazioni, nelle diverse parti del mondo, la Chiesa soffrendo vince. Ed è la presenza, la garanzia dell’amore di Dio contro tutte le ideologie dell’odio e dell’egoismo».
Papa Benedetto così conclude: «Vediamo certamente che anche oggi il dragone vuol divorare il Dio fattosi bambino. Ma non temete per questo Dio apparentemente debole. La lotta è già cosa superata.
Anche oggi questo Dio debole è forte: è la vera forza. E così la festa dell’Assunta è l’invito ad avere fiducia in Dio ed è anche invito ad imitare Maria in ciò che Ella stessa ha detto [nella preghiera del Magnificat]: Sono la serva del Signore, mi metto a disposizione del Signore».
«Guardiamo allora Maria, l’Assunta. Lasciamoci incoraggiare da Lei alla fede e alla festa della gioia: chi vince è Dio. La fede apparentemente debole è la vera forza del mondo. L’amore è più forte dell’odio. E diciamo con Elisabetta: Benedetta sei tu fra tutte le donne. Ti preghiamo con tutta la Chiesa: Santa Maria prega per noi peccatori, adesso e nell’ora della nostra morte. Amen».
padre Franco Valente (OFM Sabbioncello)